by Ely
Capitolo 5
Trowa si volse verso la porta che divideva il salotto dalla sala da pranzo. Confuso vide il suo amante biondo correre giù per le scale, Quatre raramente correva per le scale, aveva sempre un comportamento molto pacato. Corrugò la fronte e si alzò dalla poltrona avvicinandosi alla porta. Quando l'altro scese l'ultimo scalino lo chiamò per fermarlo. "Che succede?" chiese notando lo sguardo preoccupato di Quatre, il ragazzo si arrestò un istante ma non rispose e subito riprese a correre verso la porta dello chalet, la spalancò ed uscì.
"Dove ho già visto questa scena?" chiese Relena un po' divertita mentre gli altri uscivano dal salotto. Trowa s'incamminò dietro all'amico e in un attimo anche lui fu fuori di casa seguito a sua volta dal resto del gruppo.
Quatre scese gli scalini del portico rischiando di scivolare su una lastra di ghiaccio. Il freddo lo investì immediatamente e lui si strinse forte le braccia intorno al petto. Cielo che freddo!! Pensò quasi incapace di controllare il suo tremore. Il vento gelido lo fece rabbrividire di più e la neve gli sferzò impetuosa il viso. Riprese a camminare e dal vialetto avanzò sul prato ricoperto dalla neve; i suoi piedi affondarono fino alle caviglie e furono zuppi d'acqua gelata prima ancora di raggiungere la sua mèta.
"Ma che diavolo c'è in mezzo alla neve?" chiese Wufei battendo i piedi per terra per il freddo, Trowa non rispose e prese a scendere gli scalini del portico, si arrestò di colpo quando vide Quatre chinarsi sulle ginocchia e scuotere ciò che stava in mezzo al prato, l'informe oggetto scuro semicoperto dalla neve si mosse e tutti si resero conto che non era una cosa, ma una persona.
"Duo!" esclamò Heero e saltò gli scalini rischiando di rompersi l'osso del collo sulla stessa lastra di ghiaccio su cui stava per scivolare Quatre qualche secondo prima.
Il giovane ex-pilota di Sandrock si chinò sulle ginocchia di fronte al ragazzo che stava rannicchiato nella neve. Duo piangeva ancora anche se in modo quasi impercettibile, le sue lacrime erano acqua gelata sulle guance pallide per il freddo. La treccia gli pendeva sul viso di lato zuppa d'acqua ondeggiando lievemente per il vento e le sue mani, strette contro il petto, erano ormai viola. Duo tremava e quando l'amico gli prese una spalla nella mano e lo scosse un poco lui fece una fatica immensa ad alzare il capo. Il freddo lo aveva intorpidito in un modo che non avrebbe mai potuto immaginare, sentiva di non riuscire quasi a muoversi e la sua mente era lenta e confusa.
"Q-Quatre..." riuscì a balbettare, le guance gli facevano male, semi bloccate dal freddo e gli sembrò di parlare a rallentatore.
"Che diavolo fai qua fuori?! Duo, ci saranno quasi dieci gradi sotto zero!"
"N-Non ries..sco più a... a muo-muovermi..." mormorò stordito.
"Certo che no! Sei congelato! Ma che t'è saltato in mente?!" esclamò l'ex-pilota di Sandrock cercando di smuovere Duo per farlo alzare, ma l'altro rimase immobile e chiuse gli occhi chinando di nuovo il capo.
"Non mi ama..." sussurrò Duo un istante dopo e il suo pianto divenne più forte mentre lentamente si lasciava cadere tra le braccia dell'amico.
Quatre lo fissò perplesso e lo scosse di nuovo. "Alzati Duo! Dobbiamo rientrare in casa!" L'altro ragazzo fece cenno di no con il capo e cercò di afferrare la maglia di Quatre nelle mani gelate per stringersi a lui e trovarvi conforto. La neve turbinava implacabile intorno a loro.
"Duo!" La voce di Heero sembrò arrivare alle orecchie del ragazzo infreddolito da una distanza infinita, non si allontanò da Quatre ma non oppose alcuna resistenza quando si sentì afferrare da altre due forti braccia e sollevare di peso. Non riuscì a restare in piedi neppure per un istante e le stesse braccia gli cinsero la vita per sostenerlo e poi lo issarono definitivamente da terra. Aveva quasi perso i sensi quando fu riportato in casa, il calore lo avvolse improvvisamente e fu come una benedizione; aprì leggermente gli occhi gonfi per il pianto e la neve e riconobbe Heero che lo poggiava sul divano del salotto.
"Duo," lo chiamò il giovane ex-pilota di Wing e gli diede dei colpetti con una mano sulla guancia con l'intento di fargli riprendere i sensi. Duo batté le palpebre più volte e poi con immensa fatica tentò di sollevare il braccio per allontanare la mano del compagno.
"Vatti a cambiare Quatre o prenderai una polmonite così bagnato e quando scendi porta un phon." avvisò Sally, il giovane dai capelli color oro annuì ma attese qualche secondo per assicurarsi che l'amico stesse bene. La dottoressa Po girò intorno al divano e fece cenno ad Heero di scansarsi. "Vammi a prendere delle coperte e degli asciugamani," gli disse e poi si volse verso Wufei. "C'è una borsa nera in camera mia, la prenderesti per favore?" Wufei annuì e corse su per le scale seguito da Quatre. "Trowa dammi una mano, bisogna togliergli questa roba bagnata di dosso. Relena fa preparare qualcosa di caldo... del latte, magari, con tanto miele dentro."
Relena uscì dal salotto mentre Trowa si chinava accanto all'amico steso sul divano. Vide Heero correre giù per le scale con un paio di coperte tra le braccia e alcuni vestiti asciutti di Duo, le passò velocemente accanto ma sembrò che non la vedesse neppure. Si chiese se non le avesse mentito, se in realtà provasse qualcosa per quel ragazzino, in fondo era sempre così preoccupato quando gli capitava qualcosa! Sospirò e riprese a camminare verso la cucina.
"Signorina, cosa è successo?" domandò Cecil preoccupata.
"Niente di grave, Duo è rimasto un po' troppo fuori al freddo. Potresti mettere sul fuoco un po' di latte?" La cuoca annuì e Relena rimase lì ad attendere senza tornare indietro, non voleva essere presente mentre cambiavano i vestiti al giovane americano. Non poteva negare che fosse un bel ragazzo, ma era uno spettacolo che avrebbe evitato volentieri. Chinò lo sguardo e strinse lievemente gli occhi. Ok leccarsi le ferite, ma perché fuori nella neve con più di dieci gradi sotto zero?! Duo doveva essere davvero fuori di sé ed anche congelato fino alle ossa a giudicare da come Heero lo aveva riportato in casa. Relena non sapeva se sentirsi preoccupata per il ragazzo o se desiderare che venisse colto da una fulminante polmonite. Senza di lui tutto tra lei ed Heero sarebbe stato più facile, ma certo non era così cattiva da desiderarne la morte. Scrollò il capo tentando di scacciare qui pensieri.
Le scarpe di Duo caddero a terra in un tonfo sordo cariche d'acqua com'erano. Trowa passò ai calzini e sentì che l'amico aveva i piedi completamente gelati. Sally invece sollevò un poco il ragazzo e gli sfilò il maglione. "Vorrei sapere che diavolo ti è saltato in mente!" esclamò adirata e Duo ancora intorpidito dal freddo le sorrise lievemente.
"P-Perché mi s-state spogliando?" chiese con voce strascicata, riusciva a malapena a muovere le labbra viola e gonfie, i suoi occhi erano semi chiusi e sembrava facesse molta fatica a tenerli aperti. "Posso f-farlo da solo..."
"Non sei in grado neppure di metterti in piedi Maxwell."
"Trowa... dov'è Quatre?"
"E' andato a cambiarsi, ora scende. Perché non ci dici che stavi facendo fuori nella neve?"
Duo balbettò un poco sentendosi sfilare anche la camicia e i pantaloni, tremò per il freddo nonostante il calore del camino fosse forte e vicino. Aprì la bocca per rispondere ma in quel momento rientrò Heero con il suo morbido carico tra le mani. Gli occhi di Duo divennero improvvisamente tristi e severi e lui tacque. Lo asciugarono in fretta e lo rivestirono col pigiama che Heero aveva portato avvolgendolo poi in una calda coperta e sollevandolo in modo che stesse seduto sul divano. Duo vacillò un poco ma riuscì a non cadere di nuovo disteso. Ora era il turno della sua lunga treccia zuppa d'acqua gelata, l'ex-pilota di Wing l'afferrò sfilando l'elastico in fondo che la teneva legata. Duo trasalì cercando di voltarsi.
"L-Lascia stare i miei capelli!" gli ordinò.
"Sono zuppi, Duo!"
"N-Non mi toccare!" esclamò il giovane pilota da L2 con tutta la forza che gli era rimasta. Heero lo fissò perplesso non riuscendo a spiegarsi il comportamento dell'amico. Vide Duo chinare il capo per sviare lo sguardo e gocce di acqua gelida gli scivolarono dalla testa lungo le guance.
"Queto non ha senso!" ribatté Heero, allungò di nuovo le mani verso i capelli del compagno che si ritrasse una seconda volta. A quel punto Sally afferrò un asciugamano asciutto e lo avvolse intorno al capo di Duo comprendendo anche la treccia mezza sciolta. Heero restò immobile e confuso.
"Sally, la tua borsa," avvisò Wufei rientrando nel salotto, porse l'oggetto alla dottoressa che lo ringraziò. Sally aprì la borsa nera e ne tirò fuori una siringa e una fiala di vetro trasparente piena di un liquido giallognolo con il quale riempì la siringa. Infilò l'ago sottile nel braccio di Duo che saltò come una molla tentando di tirarsi indietro.
"P-Perché?" balbettò tremando ancora forte.
"Perché vorrei evitarti una polmonite ragazzino! Se Quatre non ti avesse visto avresti rischiato di morire assiderato, lo sai questo?!"
"Non m-mi sento poi c-così male... ho solo f-freddo." balbettò Duo, aveva ancora le palpebre semi abbassate e sembrava sul punto di perdere i sensi, incredibile che riuscisse a ragionare ancora anche se poco.
"Dammi le mani..." ordinò Sally Po e Duo mosse faticosamente le mani fuori dalla coperta, teneva ancora i pugni chiusi e la pelle era di un inquietante colore violaceo. "Riesci a muoverle?"
L'ex-pilota di Deathscythe si guardò i pugni ed un'espressione di dolore si dipinse sul suo viso. La dottoressa gli prese la mano destra e con dolcezza cercò di aprirgli le dita. Duo emise un sibilo tra i denti serrati stringendo un occhio e lasciando l'altro aperto quel poco che bastava per tenere sottocontrollo i gesti di Sally, pronto a tirare indietro il braccio se la donna ci fosse andata pesante. La dottoressa però procedette lentamente e ci mise almeno cinque minuti prima di riuscire ad aprire completamente la mano del ragazzo. Duo sentì che gli doleva in modo insopportabile e la sentiva bruciare come se gliel'avessero messa nel camino acceso. Gli tremavano le dita e tutta la pelle era di un colore orribilmente acceso.
"Che succede?" chiese Heero preoccupato.
"Si è ustionato le mani..." rispose Sally, vide rientrare Quatre con il phon in mano e gli chiese di occuparsi dei capelli di Duo. Con immenso stupore Heero vide che il compagno non fece alcuna obiezione e Quatre, tolto l'asciugamano dal capo di Duo, prese a sciogliergli la treccia bagnata e ad asciugargli i capelli.
"E' grave?" domandò Wufei riportando bruscamente alla realtà Heero che si volse di nuovo verso la dottoressa e la vide aprire l'altra mano di Duo con la stessa lentezza e delicatezza.
"Abbastanza... quanto sei rimasto fuori, Duo?"
"N-Non lo so... un po'..."
"Sicuro era già fuori quando siamo scesi o l'avremmo visto passare," constatò Trowa, alzò il viso e vide Relena rientrare seguita dalla cuoca Cecil che teneva una tazza di latte caldo e miele nelle mani.
"Allora almeno una mezz'ora," concluse Sally prendendo una pomata dalla sua borsa, se ne versò una buona quantità sulle dita e prese a stenderla sulle mani di Duo. "Wufei, ci sono delle bende nella mia borsa, tirale fuori per favore."
"Come sta?" chiese la giovane principessa e fu Quatre a risponderle ripetendo ciò che aveva detto Sally, Relena rabbrividì e si mosse un poco in avanti per vedere le mani del ragazzo, erano gonfie e viola. Si tirò indietro di scatto e incontrò Heero con lo sguardo. Il ragazzo sembrava impallidito e non riusciva a staccare gli occhi dal pilota americano.
"Che ne dici di spiegarci che diavolo stavi facendo in mezzo alla neve?" chiese Wufei poggiando le bende bianche accanto a Sally, la donna ne prese una e cominciò a fasciare la mano destra del ragazzo di fronte a sé.
Duo balbettò indeciso. "Ero uscito un attimo..."
"Con questo tempo?!" urlò Heero sia per superare il rumore del phon che Quatre aveva appena acceso ma anche perché era davvero furioso, la sua voce, infatti, era carica di rabbia ma anche di preoccupazione. "Sei impazzito? Che sei andato a fare fuori?"
Duo si voltò lentamente ma Quatre si piazzò tempestivamente tra di loro per finire di asciugargli i capelli. Scambiò un 'occhiata con il giovane americano che sembrò calmarsi all'istante e sospirando tornò con lo sguardo sulle sue mani ormai completamente fasciate. Il dolore si era un po' attenuato, ma gli facevano ancora molto male.
"Ti do un antidolorifico Duo, o tra poco comincerai a vedere le stelle," disse Sally prendendo due pasticche arancioni che l'altro mandò giù in un colpo solo.
"P-Per quanto dovrò restare così?"
"Domani vedremo in che condizioni sono le tue mani, se l'ustione non è troppo grave potresti anche toglierti le bende tra un paio di giorni. Ma più che delle mani mi preoccuperei della tua salute, se ti prende una polmonite saranno guai seri. E ora ci vuoi dire che sei andato a fare fuori e che ci facevi rannicchiato nella neve?"
Duo chinò il viso sentendo l'aria calda del phon che allontanava definitivamente il freddo dal suo capo. "Ero solo uscito un attimo per vedere la neve che cadeva, non pensavo di non riuscire più a muovermi in così poco tempo, non credevo che il freddo potesse avere questo effetto," sospirò pensando che come risposta potesse andare, non aveva detto proprio la verità, ma in fondo aveva mentito solo sul motivo per cui era uscito di casa, tutto il resto era vero, nel momento in cui si era accorto quanto il freddo lo avesse intorpidito non era già stato più in grado di muoversi. Era anche vero che se non avesse pensato solo a Heero e non avesse cercato di scaricare la rabbia prendendo a pugni la neve forse si sarebbe accorto prima di ciò che gli stava succedendo; preferì tacere anche questo punto della faccenda e in silenzio sollevò un po' lo sguardo per assicurarsi che la sua risposta avesse soddisfatto tutti.
"Io credo che non sia il caso di tormentarlo con altre domande," affermò poi Quatre spegnendo il phon, prese il latte caldo dalle mani della cuoca, ringraziandola con un sorriso, e poi si sedette accanto a Duo. "Non penso che tu riesca a berlo da solo, eh?"
"Hai fatto centro, amico."
"Ti vuoi mettere prima un po' più vicino al camino così ti scaldi più in fretta?"
"Buona idea Q-man."
Quatre sorrise, Duo si stava evidentemente riprendendo, si volse verso Trowa e gli chiese di dargli una mano. Trowa aiutò Duo a mettersi in piedi e a sedersi sul tappeto davanti al camino. "Oh wow! Qui mi scongelerò come un ghiacciolo!" esclamò il giovane americano abbozzando una risatina; non appena Trowa lo lasciò, però, lui ondeggiò sentendosi ancora terribilmente debole e sarebbe caduto steso a terra se non fosse stato per Quatre che, sedendogli accanto, lo sostenne tenendolo tra le braccia.
"Oh... grazie Rareba... non credevo che la testa mi girasse così."
"E' tutto ok," Quatre sorrise e lasciò che Duo sprofondasse con la schiena contro il suo petto e trovasse una posizione comoda, solo allora il ragazzo dai capelli color oro riprese la tazza di latte che aveva posato sul pavimento prima di sedersi e l'avvicinò alle labbra dell'amico. Duo ne mandò giù un'abbondante sorsata e, chiudendo gli occhi, emise un sospiro di piacere allargando le labbra in un ampio sorriso. Trowa spostò la poltrona dietro alle spalle del suo amante affinché il ragazzo potesse appoggiarsi. Quatre sollevò il capo e lo ringraziò con un sorriso.
"Bene, ora tocca aspettare domani e vedere come reagirà a tutto il freddo che ha preso," disse Sally riponendo ogni cosa nella sua borsa.
"Certo che è stata una fortuna che tu lo abbia visto, Quatre," commentò Wufei raccogliendo i panni bagnati di Duo dal pavimento.
"Sì, una vera fortuna..."
"Scusate ragazzi, ma Cecil mi sta dicendo che la cena è pronta," avvisò Relena mentre la cuoca attendeva accanto alla porta della stanza. "Tu non ce la fai a sederti a tavola, vero Duo?"
"Tu che ne dici?" brontolò il ragazzo senza nascondere il tono freddo della sua voce, Relena si accigliò scocciata ma non rispose.
"Be', la cena può anche aspettare."
"Ma no Trowa, andate pure, io e Duo ce la caveremo anche da soli ormai," ribatté Quatre.
"E tu non ceni?"
"Mangerò più tardi, non preoccupatevi per me. Cecil, per favore, potrebbe preparare del brodo caldo per Duo? Credo sia la cena migliore per lui, forse non adatta alla vigilia di Natale ma certamente efficace!" sorrise e la cuoca annuì ricambiando il sorriso ed uscendo subito dal salotto.
"Su, che aspettate, andate!"
Gli altri cinque tentennarono un poco ma poi Relena affermò che era la scelta migliore e s'incamminò versa la sala da pranzo. Ad uno ad uno la seguirono anche gli altri e l'ultimo ad muoversi fu Heero. Ancora scosso da quel che era successo, non riusciva a spiegarsi perché Duo avesse cambiato così radicalmente il suo comportamento nei suoi confronti, perché lo avesse allontanato così bruscamente e soprattutto non capiva per quale motivo quel pazzo scatenato si fosse andato a buttare nella neve con una tormenta in arrivo e una temperatura da orso polare! Osservò ancora per un istante i due ragazzi davanti al camino e provò una fitta di gelosia. Doveva esserci lui accanto a Duo e non Quatre. "Se avete bisogno di qualcosa chiamate, ok?"
"Non ci serve niente," ribatté Duo con voce carica di rabbia, non distolse lo sguardo dal fuoco e affondò di più tra le braccia di Quatre quasi volesse cercarvi protezione.
"Duo, ma cosa...?"
"Non preoccuparti, Heero," si affrettò a dire Quatre interrompendo l'amico. "E' in buone mani, ora vai pure a tavola, a Duo ci penso io."
Heero tentennò vistosamente e alla fine crollò il capo e annuì incamminandosi lentamente verso la sala da pranzo. Quatre lo seguì un po' con lo sguardo e quando fu sufficientemente lontano si volse di nuovo verso Duo. Il suo sguardo era ancora fisso sul fuoco ed era carico di una tristezza che non era in grado di celare. "Vuoi dirmi cos'è successo?"
Duo socchiuse gli occhi e sorrise appena sollevando un solo angolo delle labbra. "Hai aspettato che andassero via tutti."
"Già... allora Duo, per quale motivo hai cercato di surgelarti vivo? Non hai pensato che potevi morire?"
"Sinceramente no Quatre..."
"Cos'è successo di così grave? E' per Heero, questo è evidente."
Duo tacque seguendo senza troppa allegria i giochi delle calde fiamme nel camino. Poi prese fiato e raccontò a Quatre cosa era accaduto un'oretta prima. Il pilota arabo lo ascoltò senza interromperlo e alla fine sospirò.
"Scusami ma scappare fuori di casa con quel tempo non è stata la mossa più intelligente che tu potessi fare, lasciatelo dire."
"Non mentivo prima quando ho detto che non pensavo che il freddo potesse avere quell'effetto, prima che me ne rendessi conto non riuscivo più a muovermi, ero troppo impegnato a disperarmi."
"Prima di disperarti dovresti chiarirti con Heero, non hai pensato che forse quel che ha detto a Relena semplicemente non fosse vero?"
"No Quatre, non credo sia così... quale occasione migliore per mettere le cose in chiaro? E ora credi che dirà a tutti quello che c'è tra noi, ora che ha detto a Relena che non ama nessuno? Non le farebbe mai una cosa simile. Mi dispiace ammetterlo ma è evidente che tiene molto più a lei che a me ed io sono stanco di questa situazione."
"Duo... io penso che Heero sia solo molto confuso... io e Trowa abbiamo passato lo stesso problema."
"E da quanto lo avete risolto?!" esclamò Duo con più enfasi nella sua voce, sembrava si stesse alterando. "Da mesi ormai, mentre tra me e Heero non cambia mai niente! Lo amo, Quatre, ma lui non ama me e questo comincia a farmi un male cane. Ho la sensazione che mi stia sfruttando e continuerà a farlo sin quando si stuferà. Non faccio altro che incassare colpi, la sua indifferenza, le sue promesse che poi non mantiene! Sono sempre lì ad aspettarlo, ma ora basta! Non ne posso più! Non vorrei perderlo Quatre, ma se non mi ama prima o poi accadrà e più avanti si va più per me diventerà drammatico..."
"Non essere così radicale nelle tue conclusioni, a volte le cose non sono come sembrano."
"Be'... non è questo il caso," ribatté Duo chiuse gli occhi tenendoli stretti nel tentativo di ricacciare indietro le lacrime, si accucciò di più tra le braccia di Quatre che lo strinse a sé cullandolo come un bambino.
Heero li osservò dalla sala da pranzo, si morse le labbra e socchiuse gli occhi in un'espressione di rabbia e confusione. Chiuse i pugni e non sentì Trowa che gli si avvicinava. "Qualcosa non va?" gli chiese ma Heero non lo guardò e continuò a fissare i due nell'altra stanza.
"Dovresti stare attento al tuo ragazzo."
"Perché? Non sono io quello che sta perdendo il suo compagno." Heero voltò di scatto il viso spalancando gli occhi e Trowa rispose alla sua silenziosa domanda. "Smettiamola di giocare, Heero. Noi tutti ci siamo accorti di quello che c'è tra te e Duo, forse l'unico a non rendersene conto sei proprio tu. Sai che ti dico, amico... dovresti stare attento al tuo ragazzo."
"Ehi, voi due, volete sedervi a tavola!" disse Relena ed entrambi i ragazzi si voltarono un istante verso di lei, poi Trowa tornò con lo sguardo su Heero.
"Possibile che ti è così difficile ascoltare il tuo cuore?"
Heero tremò lievemente e guardò di nuovo verso il salotto prima di sedersi a tavola. Durante la cena rimase silenzioso e mangiò poco e niente, le parole di Trowa lo avevano scosso, stava davvero perdendo il suo compagno? Il solo pensiero lo fece rabbrividire e prima ancora che fosse portato il secondo si scusò e si alzò da tavola entrando nel salotto sotto gli occhi preoccupati ed offesi di Relena. Quando si avvicinò ai due ragazzi Quatre sollevò un po' il viso e gli sorrise.
"Come sta?"
"Dorme, si è addormentato poco fa..."
"Ha mangiato?" chiese chinandosi sulle ginocchia e sfiorando la fronte di Duo per allontanargli le ciocche castane che gli coprivano il viso.
"Sì, tutto il latte e il brodo che ha preparato Cecil," strinse di
più l'amico tra le braccia e Duo si agitò un poco nel sonno. Quatre lo osservò
un istante e poi tornò a guardare Heero piegando il capo all'indietro in modo
da poggiarsi di più alla poltrona che Trowa gli aveva spostato dietro le spalle
affinché avesse qualcosa che lo sostenesse.
"Non sarebbe meglio portarlo a letto?"
"E' meglio che resti ancora un po' vicino al fuoco, ha preso davvero molto freddo fuori e non so quanto calda possa essere la sua stanza."
"Allora... va a mangiare Quatre, resto io qui."
"Sicuro?" Heero annuì e l'altro tentennò un poco. "Non credo che Duo sarà molto felice di questo, mi prenderò una sgridata."
"Perché?"
"Oh be'... te lo spiegherà lui quando si sveglierà... l'unica cosa che posso dirti è che in amore si ha bisogno anche di certezze ad un certo punto," disse allontanando Duo dal suo petto, lasciò che Heero prendesse il suo posto e poi si alzò in piedi stiracchiandosi un poco, quando tornò con lo sguardo su Heero lo vide confuso ed incerto.
"Insomma, non avevate solo sospetti come credevo io, qui sapevate ogni cosa tutti quanti."
"L'importante, Heero, non è quello che sappiamo noi, ma quello che sai tu."
Heero non rispose, chinò il capo e poggiò la schiena contro la poltrona stringendo Duo a sé. Quatre sorrise ed uscì dal salotto spegnendo le luci e accostando la porta dietro alle sue spalle. La stanza cadde in una confortevole oscurità attenuata solo dalla calda luce del fuoco nel camino e dalle mille lucette dell'albero di Natale. Heero sfruttò quel momento per riflettere. Ascolta i segnali del cuore... ripeté nella sua mente, chiuse gli occhi e sentì il cuore palpitargli più forte attraversato da un fremito che gli faceva girare la testa e più stringeva Duo a sé e più il suo cuore batteva forte. Lo baciò sui capelli che sciolti gli scendevano lungo le spalle e, con affetto, gli strinse le coperte addosso per tenerlo al caldo. Solo qualche secondo dopo andò in cerca delle mani dell'amico sotto la trapunta, ne prese una nella sua e la osservò preoccupato. Con quella fasciatura sembrava che indossasse dei guantini da bambino, quelli con le dita tutte attaccate. Ma perché si era ridotto così?
Duo percepì il movimento e un'improvvisa fitta di dolore alla mano destra, aprì leggermente gli occhi e vide che Quatre gli teneva la mano muovendola dolcemente come se la stesse scrutando. Corrugò la fronte e si rese conto che quella non era la mano di Quatre, le dita erano più lunghe e affusolate e la pelle decisamente più scura e olivastra. Duo avrebbe riconosciuto quella mano tra mille. Sollevò di scatto il viso e i suoi occhi viola s'incontrarono con quelli blu di Prussia di Heero. Istintivamente si ritrasse ma l'ex-pilota di Wing lo strinse tra le braccia per impedirgli di andarsene. Lo tirò a sé e Duo continuò a lottare per alzarsi. "Lasciami!" sibilò con voce carica di rabbia.
"Smettila, non hai la forza per riuscire ad alzarti e non è il caso che rischi di farti più male alle mani di quanto tu non abbia già fatto," sussurrò Heero accostandosi all'orecchio dell'amico, strinse di più la presa e Duo emise un gemito di rabbia e frustrazione. "Ora calmati e dimmi che ti è preso."
"Non devo dirti proprio niente e ora lasciami!"
"Scherzi? Ce l'hai con me e voglio saperne il motivo!"
Duo si agitò ancora un poco ma presto si rese conto che l'amico aveva ragione e che lui non aveva abbastanza forza né per mettersi in piedi, né per riuscire a sfuggire alla sua presa. Heero già normalmente era più forte di lui, in quella circostanza poi non c'era proprio modo che Duo l'avesse vinta. Strinse gli occhi e i denti per la rabbia e si lasciò andare stancamente poggiandosi di nuovo al compagno dietro di sé; si strinse le mani al petto sentendo che avevano preso a dolergli di più e una lacrima gli scivolò lungo la guancia, per fortuna stava di spalle a Heero che così non l'avrebbe vista. "Sono stanco Heero, basta."
"Basta cosa?"
"Basta questa farsa, ci stiamo solo prendendo in giro ed io non ne posso più."
Heero sentì una stretta al cuore che per un istante gli tolse il respiro. "Non capisco di cosa stai parlando."
"Ero dietro la porta mentre tu e Relena parlavate qui in salotto e ho sentito tutto. Non ti permetterò di giocare ancora con i miei sentimenti."
"D-Duo... ho detto a Relena che non la amo!"
"Le hai detto di non amare nessuno!" ribatté alzando un poco la voce.
"M-Ma quello non... non conta..."
"Conta e come! Vuoi farmi credere che ora dirai a Relena quello che c'è tra noi? Con che coraggio dopo averle giurato che non sei innamorato di nessuno?! Non penso proprio che tu le abbia mentito e io sono stanco di stare tanto male per una persona che per me non prova nulla!"
"Duo... non è vero che per te non provo nulla, questa è una sciocchezza e lo sai anche tu."
"Io non so niente perché tu non mi hai mai detto niente! Ti avevo chiesto di non farmi più sentire una nullità e tu me lo avevi promesso! Da quando siamo arrivati in questo maledetto posto non hai mantenuto una sola promessa!!"
"Non sapevo che eri dietro alla porta, Duo..." cercò di giustificarsi Heero.
"Cosa importa?! Dire a Relena che non ami nessuno è trattarmi come una nullità! Sono quasi tre anni che va avanti questa storia ma tu ancora non sei in grado di decidere quanto valga per te!! Hai un sacco di dubbi, vero? Dimmi la verità, Heero, tu non avevi intenzione di dire niente a nessuno dopo la conferenza, è così?"
Heero si morse le labbra e chinando il capo non rispose. Duo non ebbe bisogno di voltarsi verso l'amico per percepire la sua confusione. Strinse gli occhi mentre il peso di ciò che aveva detto lo stava schiacciando. Altre lacrime presero a rigargli le guance: erano alla resa dei conti e stava andando nella direzione che aveva temuto.
"D-Duo... io... io non so cosa provo..."
"Non ti credo... dopo tre anni che vieni a letto con me non ci credo che non sai cosa provi!" esclamò voltandosi verso il compagno per poterlo guardare negli occhi. "Sii sincero...dimmi cosa provi per me, Heero, finiamo questa farsa..."
L'ex-pilota di Wing tentennò e si accigliò alla vista delle lacrime che rigavano le guance di Duo. "Non piangere, non sei una femminuccia."
Duo strinse gli occhi e ringhiò per la rabbia. "NO, non lo sono, ma forse ti piacerei di più se lo fossi! E non cercare di cambiare discorso, ti ho fatto una domanda ben precisa, vuoi rispondermi o no?"
"Sai benissimo quanto conti per me, ti dico sempre che sei tutto quello che ho."
Duo emise un gemito di rabbia e frustrazione, avrebbe urlato se avesse potuto ma non voleva che qualcun'altro entrasse in quella stanza. "Maledizione Heero! Non significa niente! Quello che dici non significa assolutamente nulla!! Io non sono tutto quel che hai! Tu hai anche questo maglione che indossi, il tuo lavoro di Preventers, hai Quatre e Trowa e Wufei! Hai Relena che farebbe qualsiasi cosa per te! Hai mille altre cose! Ed io voglio sapere in che posto mi collochi i mezzo a tutto questo!!"
"P-Perché devi rendere tutto così complicato?" chiese Heero sentendosi correre un brivido su per la schiena. Duo sgranò gli occhi e lo fissò incredulo.
"C-Complicato? Non sono io a complicare le cose! Qui sono l'unico con le idee chiare e te l'ho detto sin dall'inizio! Ti ho detto che ti amo, che effetto ti fanno queste mie parole? Cosa provi quando ti dico che ti amo?" Il giovane pilota di L1 balbettò vistosamente. "Accidenti Heero! Non è così difficile dimmi cosa senti!!"
Heero chiuse gli occhi e sospirò profondamente, in quell'improvviso silenzio cercò di ascoltare di nuovo il suo cuore. "Calore..." sussurrò poi riaprendo gli occhi e Duo restò immobile fissandolo incredulo. "Mi sento bene... protetto e sicuro... in pace come non lo sono mai stato. Felice... e... e mi gira la testa."
"Allora non mi ami," bisbigliò Duo, batté le palpebre e due grossi lacrimoni gli scivolarono giù per le guance. Heero corrugò la fronte sentendo un'improvvisa fitta al cuore, aprì le labbra per parlare ma si accorse che gli mancava la voce.
"P-Perché dici questo?" riuscì a balbettare qualche secondo dopo, vedere Duo così disperato lo aveva scosso nell'animo.
"Perché se tu mi amassi non mi priveresti di una cosa simile. Io non mi sento così quando ti sto accanto. Sto bene perché ti amo, ma non sento alcuna certezza, nessun calore se non il mio, niente protezione, solo la paura che tu prima o poi possa stancarti di me. Ma ora sono io ad essere stanco, Heero, uno s'illude fino ad un certo punto. Tu continui a nascondermi e a mettere Relena davanti a me... non m'importa sapere perché l'hai baciata ma è stata l'ultima goccia." Heero spalancò gli occhi mentre Duo scivolava via dalle sue braccia. "Forse per te è stata una cosa da niente, forse è sintomatico del fatto che per quella ragazza tu provi molto di più di quello che vuoi ammettere... non lo so... so solo che non sono più disposto ad essere preso in giro. Tu non hai idea del male che mi fai." Con enorme fatica si mise in piedi stringendosi la coperta addosso, sentì le gambe tremargli e lentamente s'incamminò verso la porta. "Buon Natale, Heero," sussurrò, si strofinò gli occhi con la manica del pigiama e solo dopo uscì dal salotto. Quando fu nella sala da pranzo tutti gli altri si voltarono all'unisono guardandolo sorpresi. Il tavolo era stato spreparato e su di esso erano distribuite delle carte da gioco, Quatre abbassò le cinque che aveva in mano e si alzò da tavola.
"Dove vai?"
"A letto..."
"Aspetta che ti aiuto."
"Lascia stare Quatre, ce la faccio da solo."
"Non vuoi aspettare ancora un poco? Mancano una decina di minuti a mezzanotte, poi apriremo i regali," disse Sally posando a sua volta le carte.
Duo scosse il capo facendo cenno di no. "Scusate, ma sono davvero a pezzi..."
"Non è stata una buona giornata, vero?" chiese Relena, ma nella sua voce c'era più un tono di solidarietà che di scherno. A giudicare dallo sguardo del ragazzo le cose tra lui e Heero non dovevano essere andate troppo bene e non era il caso d'infierire, del resto l'importante era che sparisse dalla scena.
Duo la guardò per un istante e poi abbozzò un mezzo sorrisetto. "Già, né per me né per te... buon Natale a tutti," augurò infine e si diresse verso le scale.
*****
Heero, ancora seduto sul tappeto del salotto, si poggiò la testa tra le mani. Cosa gli stava accadendo? Perché gli sembrava di aver perso il controllo sulla sua vita? Possibile che non riuscisse a capire cosa provava? Ora che Duo se n'era andato, che l'aveva lasciato, ascoltare il suo cuore era la cosa più dolorosa che potesse provare! Gli sembrava che si stesse lacerando in due, che gridasse per la disperazione e che il calore si tramutasse in gelo. Voleva superare tutto quello, abbattere il muro che l'addestramento per diventare il soldato perfetto aveva costruito intorno alle sue emozioni. Duo non voleva altro che sapere cosa provava per lui, perché era stanco di amare senza essere amato. Heero scosse il capo, l'amore di Duo lo aveva sempre fatto sentire bene e sostenuto nonostante inconsciamente; ma Heero non aveva mai ricambiato, quanta sofferenza doveva avergli causato con il suo stupido silenzio? Tanta se alla fine il suo amico ed amante era scoppiato a quel modo e aveva deciso di lasciarlo per non illudersi più e continuare a soffrire inutilmente.
L'ex-pilota di Wing serrò gli occhi. Ascolta il tuo cuore! Ascolta il tuo cuore dannazione, lo stai perdendo, è questo quello che vuoi? Improvvisamente le sue palpebre schizzarono verso l'alto ed egli sentì che il respiro gli veniva meno. No che non voleva perderlo! E la risposta era talmente ovvia ed evidente! Non aveva neppure bisogno di pensarci, tutte le risposte ai suoi dubbi erano lì, a portata di mano, ma lui aveva avuto troppa paura per coglierle. Non sapeva più vedersi senza Duo e non poteva essere solo un'abitudine! Perdere quel ragazzo sarebbe stato come perdere la vita!
E, infine, se senti che non puoi fare a meno di quella persona allora è amore... le parole di Trowa riapparvero improvvise nella sua mente e Heero sentì che la testa aveva preso a girargli più forte. "Allora è amore..." ripeté e si strinse le mani contro il petto all'altezza del cuore provando una fitta di dolore insopportabile. Si alzò di scatto e corse fuori dal salotto; nell'altra stanza Duo aveva appena augurato a tutti buon Natale e si stava avvicinando alle scale. "Aspetta!" esclamò Heero, la voce concitata e tremolante. "Ti prego Duo, aspetta..."
L'ex-pilota di Deathscythe si voltò lentamente, impacciato come era nei movimenti dalla coperta che gli avvolgeva il corpo. "Sono molto stanco, Heero, lasciami perdere a meno che tu non abbia qualcosa di veramente importante da dirmi."
"Ah... ehm..." balbettò Heero spostando lo sguardo da Duo al resto della comitiva seduta intorno al tavolo. Tutti lo stavano fissando con aria incuriosita. Il giovane pilota da L1 tornò con lo sguardo su Duo e poi su Relena. Sentì il compagno sospirare e lo vide riprendere a camminare verso le scale. Senza pensarci Heero fece un passo in avanti e richiamò di nuovo l'amico. "No... cioè sì... ho una cosa molto importante da dirti... non andartene, per favore."
"Heero sono a pezzi, non resisterò ancora molto in piedi... credo che stramazzerò al suolo entro pochi secondi..."
"Volevo chiederti scusa, mi sono comportato male..."
Duo attese ancora un momento ma Heero non proseguì, sembrava tremendamente indeciso ed imbarazzato. Voleva dire altro sicuramente, ma non ne aveva il coraggio e restava immobile torcendosi le mani. L'ex-pilota di Deathscythe sospirò chinando il capo, questa volta non gli sarebbe andato in contro, le cose tra loro dovevano o cambiare o finire. Oramai erano arrivati ad un punto in cui non potevano più esserci compromessi.
"Ok... 'notte Heero."
"N-No... no! Mi dispiace Duo, con le parole sono davvero un disastro..." si affrettò a dire, si passò una mano tra i capelli scuri e poi riprese a parlare. "Ho sempre dato per scontato che tu eri accanto a me e non te ne saresti andato e... e hai ragione, ti ho sempre messo dopo Relena," ammise e poi si volse verso la ragazza. "Non volevo farti star male, so di volerti bene, sei una cara amica per me e non volevo che soffrissi, soprattutto in questo periodo. Non volevo che tu avessi distrazioni perché preservare la pace in questo momento è tutto ciò che conta, ma..." balbettò staccando gli occhi dallo sguardo fisso e perplesso di Relena e riportandolo di nuovo su Duo. "...ma se il prezzo da pagare è... è perdere... te..." Per un istante che sembrò infinito blu si perse nel viola fondendosi insieme. Heero avanzò come una calamita verso il ferro ma prima di raggiungere Duo il rumore di una sedia che cadeva lo fece tornare di colpo alla realtà ed entrambi si voltarono verso il tavolo. Relena era in piedi, i pugni chiusi puntati contro il tavolo, le spalle strette e tremanti intorno al capo basso.
"Non posso crederci..." mormorò, le lacrime agli occhi. "Perché?!" alzò il viso fissando il suo sguardo su Heero. "Perché lo preferisci a me?! Non è niente..."
"Relena!" rimproverò Quatre nel tentativo di far tacere la ragazza prima che dicesse qualcosa di crudele di cui poi avrebbe potuto pentirsi. Ma la principessa strinse gli occhi scotendo il capo con rabbia, le lacrime le rigarono il viso e lei le lasciò cadere libere lungo le guance.
"Non starò zitta! Non posso accettare che tu ti riduca così! Con me saresti un re, onori e fama e il privilegio di appartenere ad uno dei paesi più stimati al mondo! Con lui cosa vuoi essere? Niente! E' solo un orfano, un ragazzino di strada che non vale nulla, non è nessuno, persino il nome non gli appartiene!"
Heero la fissò incredulo e con la coda dell'occhio vide Duo tremare ed irrigidirsi stringendosi di più la coperta intorno alle spalle, il freddo che provò fu quasi più grande di quello che aveva sentito fuori casa in mezzo alla neve. Cosa avrebbe dovuto provare Duo? Rabbia per le parole di Relena? O dolore perché ciò che diceva la ragazza era semplicemente la realtà? Il silenzio cadde inevitabilmente tra tutti i presenti, scioccati dalle parole della principessa e dalla carica di rabbia e disperazione che aveva messo nella sua voce.
"Perché ti stupisci tanto, Relena?" chiese infine Heero cercando di mantenere il tono più calmo possibile. "Non ti accorgi di aver descritto anche me con le tue parole? Credi sia Heero Yuy il mio nome o credi che io conosca i miei genitori? Sono stato solo più fortunato di Duo, ma siamo molto più simili di quel che credi. Non m'importa chi è e da dove viene, è Duo e questo mi basta perché per me lui non è niente, è tutto." Sorrise con un solo angolo delle labbra e si volse verso il compagno. "Lui è quello che sa farmi sempre ridere, che mi dà coraggio. E' la persona che ho accanto in ogni momento, che mi fa battere il cuore... è il mio migliore amico, il mio amante. Come puoi dire che è niente? Lui è Shinigami, il Signore della Morte!" Vide Duo illuminarsi di nuovo e il suo volto si aprì in un ampio sorriso; nuovamente tornò con lo sguardo su Relena. "Che me ne faccio di onori e fama se non sono felice? Posso volerti bene Relena, ma non ti amo, quella è una cosa che provo solo per Duo e che mi dà un calore che non mi fa mai sentire freddo. Capisco che tu ora sia triste e arrabbiata, ma non osare più parlare di lui in quel modo."
"Wow..." sussurrò Wufei inarcando le sopracciglia. "Heero non parla molto, ma quando lo fa ci si mette tremendamente d'impegno!"
"Avrei dovuto parlare prima, mi dispiace Duo, ti ho fatto soffrire inutilmente."
L'ex-pilota di Deathscythe non rispose, si avvicinò a Heero fermandosi esattamente davanti a lui sulle gambe tremanti e ancora deboli. "Ora sei pronto a dirmi quel che provi per me?" Heero annuì. "Anche davanti agli altri?"
"Tanto qui sanno già tutto da un pezzo!" Duo rise e Heero lo baciò dolcemente sulla fronte. "Ti amo," sussurrò. "Non mi lasci più, vero?"
Il giovane da L2 sorrise lievemente e, chiudendo gli occhi, poggiò il capo sulla spalla dell'altro ragazzo. Sentì le braccia di Heero cingergli la vita e sospirò profondamente. "Non lo so..." mormorò tenendo la voce bassa affinché potesse sentirlo solo il suo compagno. "Non bacerai più Relena, vero?"
"Oh..." sussurrò Heero imbarazzato. "Scusami... ero così confuso e..."
"Non m'importa, ma promettimi che non accadrà più."
"Te lo giuro."
Relena chinò il capo e con la manica del maglione si strofinò via le lacrime dalle guance, in fondo sapeva che le cose stavano in questo modo, ma non aveva mai pensato che averne la certezza le avrebbe fatto così male al cuore. Alzò il viso e notò che Quatre la guardava mentre gli altri erano concentrati ancora su Duo e Heero che abbracciati si sussurravano parole che solo loro potevano udire. Sentì di nuovo le lacrime pizzicarle gli occhi e chinando il capo incontrò ancora lo sguardo del pilota arabo.
"Come stai?" Le chiese con una punta di preoccupazione.
"Secondo te?!" Sospirò e scosse il capo. "Scusami... non volevo essere così sgarbata... mi sento male."
"Vorrei che capissi che le cose non potevano andare in altro modo."
Relena annuì e si morse le labbra. "Già... ma è doloroso lo stesso." Quatre le diede un sorriso di solidarietà ma la principessa non ricambiò ed entrambi furono distratti dalla loro conversazione dalle parole improvvise di Sally.
"Ragazzi è mezzanotte, è Natale!" esclamò la dottoressa, Heero e Duo si staccarono e guardarono l'orologio di legno appeso alla parete, lo stesso fecero gli altri seduti intorno al tavolo: le lancette erano appaiate e puntavano sulle 12. Duo sorrise felice e baciò Heero sulla guancia augurandogli buon Natale, finalmente era tornato ad essere il più bel giorno dell'anno. Anche gli altri si scambiarono gli auguri alzandosi da tavola e solo Relena si tirò indietro mettendosi in disparte.
"Tempo di regali!" esclamò Duo, puntò verso il salotto ma si fermò un istante prima voltandosi indietro, gli altri gli passarono accanto e Heero si fermò a sua volta guardandolo confuso.
"Che c'è?" gli chiese.
"Va avanti, ti raggiungo subito," rispose ed attraversò la sala da pranzo andando verso Relena. Heero lo seguì un istante con lo sguardo e poi si volse entrando nel salotto per raggiungere gli altri. Non c'era nient'altro che potesse fare per la ragazza, gli dispiaceva, ma era così che stavano le cose.
Duo si fermò davanti a Relena e aspettò che lei alzasse lo sguardo, quando lo fece nei suoi occhi non poteva celare la rabbia e la delusione.
"Che vuoi?" gli chiese in tono sgarbato e Duo si accigliò. "Hai vinto, no?"
"Sì, Relena, ho vinto e spero che ti sia ben chiaro! Non mi piace quello che hai detto su di me, nonostante in parte sia la verità. Non ti permettere più." La ragazza sviò lo sguardo e si strinse nelle spalle indifferente. "Perché non è vero che non sono niente e se ora puoi combattere per quella pace che tanto desideri lo devi anche a questa nullità. Non ce l'ho con te e, anche se ti sorprenderà, mi dispiace per te."
"Non ho bisogno della tua pietà..."
"E non ho intenzione di dartene, ho solo detto che mi dispiace... so che sarà difficile se non impossibile diventare amici ma non è il caso di farci la guerra e non è il caso che ti rovini il Natale più di quanto sia già successo. Vieni con noi ad aprire i regali."
Relena tornò con lo sguardo sul giovane davanti a sé, gli occhi leggermente dilatati per lo stupore. "Dopo quello che ti ho detto?!"
"Non m'importa di quello che hai detto tu, ma solo di quello che ha detto Heero. Puoi pensare quello che vuoi su di me."
Relena strinse gli occhi socchiudendoli in due fessure sospettose. "Non so bene se ti odio o no, Duo."
"Certamente mi odi, " ribatté il ragazzo e le sue labbra si allargarono in un sorriso furbo ed impertinente. "Ma non fa niente, come Ministro degli Affari Esteri ti proteggerò lo stesso, come tutti gli altri. Heero ha ragione quando dice che la pace in questo momento è la cosa più importante e io farò di tutto per aiutarti."
"Non ti capisco."
"No? Eppure anche a te la guerra ha portato via delle persone che amavi... a me ha tolto tutto."
"Ma ti ha dato Heero..." Duo annuì e sorrise, un sorriso più sincero questa volta. La ragazza sospirò e chinò il capo. "Mi dispiace per quel che ti ho detto."
"Dici sul serio?"
"Non mi ripeterò, Duo, sono troppo orgogliosa per farlo e ora andiamo, voglio vedere cosa mi hai regalato per Natale." S'incamminò verso il salotto e l'altro la seguì sorridente andandosi poi a sedere accanto a Heero sul tappeto davanti al camino. Il compagno allargò le braccia e l'accolse dandogli finalmente quel calore di cui tanto Duo aveva bisogno. Il momento d'imbarazzo all'arrivo di Relena fu superato in breve quando lei si chinò sotto l'albero e prese i regali che aveva fatto e li distribuì ai suoi ospiti andandosi poi a sedere sul tappeto e completando così il semicerchio che avevano formato davanti al camino.
In meno di mezz'ora nel centro del tappeto si creò una piramide di carta da regalo tutta ammucchiata insieme e ognuno si girava e rigirava tra le mani le cose che aveva ricevuto. Parlarono ancora e l'atmosfera tornò ad essere calda, accogliente e molto intima con la sola luce del fuoco nel camino e dell'albero che scintillava allegramente. Duo si sentì felice come non gli era più successo da anni, aveva accanto a sé i suoi amici, tutte le persone a cui voleva bene sinceramente e Heero che finalmente gli aveva detto di amarlo, non avrebbe potuto sentirsi meglio di così e non gl'importava niente dei brividi che gli attraversavano il corpo, delle palpebre pesanti e del mal di testa, non gl'importava di star prendendo un'influenza con i fiocchi, niente avrebbe potuto rovinargli quel momento. Sentì Heero chinarsi leggermente in avanti e alzò un po' lo sguardo. "Canteresti di nuovo?" gli chiese.
Duo inarcò le sopracciglia in un'espressione d'incertezza. "C-Cosa?"
"Cantare cosa?" domandò Quatre curioso.
"Ho scoperto che Duo sa cantare piuttosto bene!"
"Heero, ti prego..." balbettò il ragazzo americano, sentendosi piuttosto in imbarazzo.
"Splendido!" esclamò Sally. "Ora ci vuole proprio una bella canzone!"
"Questa me la paghi..." brontolò Duo sottovoce rivolgendosi a Heero che se la rideva, si accorse che tutti gli altri lo fissavano in attesa e alla fine sospirò cominciando a cantare. Trowa s'illuminò in viso, anche lui conosceva quella canzone e presto si unì a Duo così come Sally e Heero che ricordava quasi tutte le parole, del resto aveva una memoria eccezionale.
Continuarono a cantare le canzoni di Natale che conoscevano e Heero si ricordò, anche se a fatica, che quando era bambino gliene avevano insegnata una anche a lui. Cantò anche Quatre, non una canzone di Natale ovviamente, ma che parlava di amore e di fraternità, di pace e allegria. Scoprirono, così, che anche il giovane arabo aveva una bella voce anche se meno calda di quella di Duo.
*****
Era l'una passata quando smisero di cantare e Duo sorrise affondando di più contro il petto dell'amico. Quello era davvero un giorno speciale e non esisteva alcun posto al mondo in cui avrebbe voluto essere. Vide Sally e Wufei scambiarsi uno sguardo carico d'amore più di quanto loro stessi potessero immaginare, presto anche loro avrebbero affrontato il salto; Quatre rideva poggiato a Trowa mostrandogli la sciarpa con i disegni colorati che gli aveva regalato Relena, certamente gli stava sussurrando che era molto bella ma che nel deserto l'avrebbe usata ben poco. Trowa rise con lui e fu una gioia vedere così felice una persona sempre così seria. Relena, poi, in piedi accanto all'albero, stringeva tra le braccia i suoi regali di Natale per Pargan e Cecil, la vide correre fuori dal salotto e tornare qualche minuto dopo con un grande sorriso sul volto, in fondo non era una cattiva ragazza.
Duo sorrise e sollevò il viso per guardare Heero; il compagno, che continuava a tenerlo tra le braccia, stava parlando con Wufei chiedendogli se aveva preparato un regalo di Natale per il piccolo Shenlong, il modellino del suo vecchio Gundam. Wufei annuì solennemente e rispose che aveva comprato una nuova vernice più brillante. Heero rise chinando il capo; incontrò gli occhi viola dell'amico e il suo sorriso si spense. Duo era pallido tranne per due macchie cremisi sulle guance, aveva gli occhi lucidi e orlati di un colore violaceo, oltre tutto era coperto da un leggera pellicola di sudore e ogni tanto era attraversato da brividi. Immediatamente gli posò una mano sulla fronte e la sentì scottare.
"Duo..."
"Sssh," sibilò il compagno accomodandosi meglio tra le sue braccia. "Non preoccuparti, è solo un po' di febbre. Non dire niente."
"Non è solo un po' di febbre, scotti molto."
Duo scosse il capo e tossì. Si strinse di più contro l'amico affondando il viso tra la spalla e il collo di Heero. L'ex-pilota di Wing lo abbracciò più forte ma lo sentì tremare e non c'era modo che lui potesse fare finta di nulla. "Sally," chiamò e Duo mormorò qualcosa d'incomprensibile contro il suo collo. "Credo che Duo abbia la febbre."
La dottoressa si alzò chinandosi poi accanto al ragazzo che non voleva staccarsi da Heero e brontolava che stava bene stringendo la presa intorno al busto del compagno. Heero, però, lo afferrò per le spalle e lo costrinse a tirarsi indietro. "Wufei, mi andresti a prendere la mia borsa, per favore?" Il giovane cinese annuì alzandosi dal tappeto e si affrettò verso il piano superiore. Inevitabilmente nella stanza calò il silenzio. Sally sfiorò il viso del ragazzo e lo sentì caldo davvero, gli controllò le pulsazioni premendogli le dita sul polso e quando arrivò la sua borsa gli sentì le spalle con lo stetoscopio, gli controllò la gola ed infine gli prese la temperatura. "Trent'otto e mezzo... sei ancora convinto di star bene, Duo?" gli chiese preparando una siringa di antibiotico.
"Credo proprio che il tuo Natale finisce qui," commentò Heero e Duo sospirò deluso.
"Non posso restare ancora un po'?"
"No," fu la risposta perentoria di Heero, si alzò e aiutò il compagno a mettersi in piedi. Duo vacillò e sarebbe caduto di certo se l'altro non lo avesse sostenuto, non credeva che la testa gli girasse così tanto e che si sentisse talmente debole.
"F-Forse hai ragione, Heero... buona notte a tutti e buon Natale," balbettò e gli altri ricambiarono gli auguri con un sorriso un po' dispiaciuto e un po' preoccupato. Salire le scale fu un'ardua impresa e arrivati a metà sul pianerottolo dove poi la scala curvava sulla destra, Duo si fermò, il respiro spezzato e il cuore che gli palpitava veloce nel petto. "F-Fammi riprendere fiato, ok?" balbettò, rosso in viso. Heero lo osservò preoccupato e alla fine gli strinse di più il braccio intorno alle spalle e piegò l'altro dietro le ginocchia del compagno; lo sollevò e Duo sospirò nascondendo il capo contro il collo di Heero. "Grazie," gli sussurrò. Raggiunsero il piano superiore e l'ex-pilota di Wing entrò nella sua stanza chiudendosi la porta alle spalle. "Perché nella tua camera?"
"Perché la tua ha un letto piccolo e scomodo."
"Non mi stupirei se Relena l'avesse scelta apposta." Heero rise e adagiò l'amico sul letto; in meno di un minuto Duo era rannicchiato sotto le coperte che gli arrivavano fin sotto gli occhi, l'altro ragazzo si cambiò in fretta e gli fu subito accanto. "Che fai?" gli chiese Duo. "Il Natale è finito per me, mica per te. Torna giù."
"Sssh..." sibilò Heero infilando un braccio sotto il capo di Duo e forzando l'amico a poggiarsi a lui. "Questo è il mio Natale..."
"Oh... wow... oggi sei riuscito davvero a stupirmi Yuy, non sapevo sapessi usare tanto bene le parole quando vuoi. Dovresti parlare di più."
"E tu invece dovresti stare un po' più zitto Maxwell." Duo rise e si accucciò di più tra le braccia del compagno, tossì e Heero lo guardò preoccupato. "Ora dormi, Duo, domani ti aspetta il tacchino con il purè e la torta di zucca."
Duo alzò lo sguardo confuso. "Tacchino e torta di zucca?"
"Già, non parlo molto perché preferisco ascoltare... ho chiesto a Cecil di cucinare quei piatti per il pranzo di Natale."
Il pilota americano restò senza parole e poi sorrise felice che il suo amante si fosse ricordato di ciò che gli aveva raccontato a proposito dei Natali della sua infanzia. "Ti amo, Heero."
"Ti amo anch'io. Buon Natale, Duo."
Fine
Spero vi siate divertiti a leggere questa storia quanto io mi sono divertita a scriverla! Un grazie di cuore per aver letto!!! ^_^
Bye bye e alla prossima!!