Infilo un paio di cuffie nelle orecchie per estraniarmi dal mondo. La musica è la mia unica ancora di salvezza, l'unica che mi capisca veramente. A volte mi capita di pensare a tutte le cose della mia vita, mi ritrovo a pormi domande a cui non riesco a trovare una risposta, poi infilo delle cuffie e faccio partire la prima canzone della playlist, ed è come se le risposte si formulassero da sole. Non potrei vivere senza la mia amata musica. Chissà cosa ci aspetta al villaggio, riusciremo ad integrarci? Sarà faticoso lavorare? La maggior parte di noi non ha scelto alcuna università, tranne Luke e quell'antipatica della ragazza di mio fratello. Mi chiedo perché siano venuti con noi. Probabilmente si aspettano di andare in vacanza, be' è un po' quello che ci aspettiamo tutti, ma sappiamo già che non sarà così. Lizzie tira una cuffietta dal mio orecchio, la guardo male all'istante.

«Bell'addormentata, siamo giunti a destinazione!» esclama Nick, sorridente.

La vecchia me l'avrebbe risposto con sarcasmo, ma la nuova me lo risponde con un bel dito medio. Non sono antipatica, anzi, ma oggi non sono proprio in vena di scherzi e nomignoli. Questa giornata è cominciata davvero male, per non parlare del fatto che mi abbiano tirato giù dal letto un'ora prima. Sostengono che in questo modo eviterò di fare la ritardataria. Sciocchezze! Oggi è un giorno importante, non avrei fatto tardi di proposito, ma ovviamente nessuno ci credeva. Scendiamo tutti dall'auto e cominciamo a prendere le nostre valige dal portabagagli. Mi guardo intorno, siamo in un parcheggio, dopodiché noto una grande insegna sulla mia sinistra, con su scritto a caratteri cubitali "MERMAID VILLAGE", sotto una grande freccia volta a destra, che indica di proseguire in quella direzione. Certo, il nome lascia un pochino a desiderare, forse vuol significare che è un luogo estivo. Riesco a sentire l'odore del mare, dev'essere a pochi metri dal villaggio. Lizzie si avvicina a me e mi poggia una mano sulla spalla.

«Andiamo?» chiede mentre infila dei grandi occhiali da sole.

«Sì.»

Sorrido tra me e me e raggiungo il resto del gruppo. Come al solito Kimberly è attaccata al braccio di mio fratello e lui fatica a camminare, dato che è costretto a portare anche la sua valigia. Mi chiedo quando si libererà di lei, ma questo è un pensiero del tutto assurdo, quindi inutile rimuginarci. Mi rasserena solo che alla fine dell'estate Kimberly andrà al college e sarà costretta a separarsi da mio fratello, a meno che lui non decida di seguirla. Forse è meglio se mi rassegno, quei due non si lasceranno ed io dovrò sopportarlo per forza. Intanto siamo arrivati all'ingresso del villaggio. Siamo di fronte ad un enorme arcata in pietra, decorata con delle conchiglie scintillanti e dei glitter azzurri. Sopra di essa, al centro, è raffigurata una sirena seduta su un masso, anch'essi in pietra. Resto sbalordita, non mi aspettavo un ingresso così bello. Il grande cancello in ottone nero, è spalancato e pronto ad accogliere i turisti. Varchiamo la soglia e veniamo travolti dall'entusiasmo di un ometto grassoccio pelato con dei grandi baffi arricciati all'estremità, vestito con una camicia hawaiana e un paio di pantaloncini.

«Benvenuti, ragazzi.» che voce strana, sembra una caricatura. «io sono Fred Carson, avete prenotato una vacanza nel mio villaggio? Sono sicuro che vi divertirete un mondo. Party a bordo piscina, percorsi benessere, campi da golf e tanto altro. Per non parlare della magnifica spiaggia di cui disponiamo, ma credo che siate già a conoscenza di questi dettagli.»

«No, siamo stati chiamati per il lavoro, signor Carson.» risponde Leonard.

«Oh, perdonatemi, ma a volte parlo a vanvera.» Carson si guarda intorno, dopodiché corre verso un uomo, l'opposto di lui, alto, di bella presenza e vestito in maniera elegante. Lui sì che potrebbe sembrare il vero padrone di questo posto. Si dirigono verso di noi e riprende a parlare: «Lui è Gordon, vi guiderà passo dopo passo e vi darà tutte le informazioni di cui avrete bisogno.» Sorride in modo molto amichevole, poi fa un inchino goffo e corre via.

Che tipo buffo, sembra un cartone animato. Reprimo l'istinto di ridere a quella stupida battuta mentale, ma con scarsi risultati. Scoppio in una risata isterica e tutti si voltano a guardarmi. Quel Gordon mi fissa in modo strano, scommetto che starà pensando "povera pazza", che razza di figura.

Ritorno seria in un attimo. «Scusatemi.»

Sono rossa come un pomodoro, possibile che debba sempre rendermi ridicola? Kimberly sta ridendo di me sotto i baffi, ho una gran voglia di strapparle tutti i capelli, stronzetta!

«Bene, seguitemi.» dice Gordon con aria da "so tutto io". Questo tipo mi sta già antipatico, è proprio il contrario dell'ometto di prima, andrebbe bene con Kimberly. Pazienza, non sprecherò il mio tempo a preoccuparmi per lui. «Da questa parte, prego.»

Gordon ci conduce ad un'altra area del villaggio, credo che in quella direzione ci siano dei mini hotel con piscina. Per essere un piccolo villaggio, ci sono tantissime cose e attrazioni, chissà se riusciremo a provarle tutte, dato il lavoro che ci tocca svolgere. Non ho ancora ben chiaro cosa dovremmo fare, ma qualcosa mi fa pensare che noi ragazze faremo le cameriere.

«Vi avverto che siete qui per lavorare e non per divertirvi, ovviamente potrete usufruire dei vari servizi che vi verranno offerti, ma dopo l'orario di lavoro. In caso dovreste trasgredire le regole, sarete puniti con una sanzione e vi verranno retratti soldi dallo stipendio settimanale.»

Ma quanto parta questo tipo? Crede davvero di aver a che fare con dei bambini? Siamo tutti adulti e sappiamo badare a noi stessi, be', fatta eccezione per una certa ragazza di mia conoscenza. Ecco che mi viene di nuovo da ridere, non faccio altro da quando siamo entrati nel villaggio, ma devo contenermi. Credo che Gordon mi abbia preso già di mira, ed è un disastro se dovesse prendersela con me perché prova antipatia nei miei confronti. Lizzie mi da una gomitata che mi fa sussultare. Ma cosa le salta in mente? Mi ha fatto male al fianco.

«Ma sei scema?» la rimprovero sottovoce mentre mi accarezzo il punto dolorante.

«Sei con la testa tra le nuvole, non mi va dopo di ripeterti tutte le parole che sta dicendo questo qui.» indica Gordon.

«Calmati, perché sei così antipatica?»

«Te lo spiego dopo.»

Annuisco e resto in silenzio. Lizzie non è sempre così antipatica, sa anche stare al gioco, ogni tanto, ma ora è molto agitata, come se qualcosa la stesse turbando. Vorrei sapere cosa le prende, ma non posso fare altro che aspettare di trovarci nei nostri alloggi. Al telefono ci hanno detto che alloggeremo nei piccoli bungalow del personale, ognuno di noi ne avrà uno. Mi dispiace non poter dividere la camera con Lizzie, ma meglio non opporre resistenza o ci ritroveremo fuori ancor prima di cominciare. Il villaggio è sprovvisto di gente, ci sono pochissime persone, forse prenotano più a fine giugno? Ma allora perché hanno voluto che prendessimo posto così presto? Mentre seguo i miei amici, non posso fare altro che guardarmi intorno e meravigliarmi del luogo in cui mi trovo, non pensavo che fosse così bello e ben curato, non vedo l'ora di visitarlo tutto.

«Da quella parte ci sono i vostri alloggi.» indica Gordon alla sua destra. «All'interno troverete tutto ciò di cui avrete bisogno; le vostre divise, una lista con le regole da rispettare, e ovviamente asciugamani e tutto ciò che vi occorre per l'igiene personale.» Tira un lungo sospiro e riprende a parlare: «Vi ripeto che siete qui per lavorare, quindi, dovrete tenere pulito il vostro bungalow, non ci sarà alcuna cameriera che lo farà al vostro posto. Domani comincerete il primo giorno, oggi avrete tempo per ambientarvi e familiarizzare con il posto. Bene, credo di aver detto tutto.» Ci rivolge un sorriso, il primo da quando ha cominciato a parlare senza sosta come una mitraglietta. «Buon lavoro.» Va via, lasciandoci un po' confusi.

Io e i ragazzi ci fissiamo con una certa ironia, hanno notato anche loro che quel tipo è un po' troppo dittatore.

«Avete sentito Adolf? Niente divertimenti per noi.» commenta mio fratello con ironia.

«Amore, non si chiamava Gordon?» chiede la sua ragazza.

Tutti noi scoppiamo a ridere e lei ci guarda male.

«Tesoro mio, era un nomignolo per paragonarlo ad Hitler, solo un modo scherzoso per ridere.» gli spiega Leonard.

Ma come fa a stare con una che non capisce nemmeno l'ironia? Povero fratellino, dev'essere davvero un sacrificio enorme per lui, be', forse no, ed io sto semplicemente esagerando. Devo ammettere che "Miss perfettina", sa molte cose ed era la prima della classe.

«Smettetela di prendermi in giro, coglioni!» si lamenta, zittendo tutti tranne me. Mi fulmina con lo sguardo, ma non posso fare a meno di ridere. «Kelsey, ora ti faccio vedere io!»

Si affretta a venire verso di me, ma mio fratello glielo impedisce. «Adesso basta, dovete smetterla di punzecchiarvi. Kels, smettila!»

Ecco che ritorna a difenderla, quanto può essere succube? Decido di smetterla di ridere e comincio a camminare nella direzione in cui Gordon ci ha indicato, per quanto riguarda i nostri alloggi. Lizzie corre verso di me e mi chiede di aspettarla, ma continuo a camminare, fino a che non mi afferra per un braccio.

«Ehi, ma che te la sei presa?» chiede preoccupata.

«Prendermela perché mio fratello è così idiota da non rendersi conto della stronza che ha accanto? No, non me la sono presa!» continuo a camminare.

«Dai, prima o poi se ne renderà conto, lascialo fare.»

«Non mi importa, preferisco ignorarli, ma non chiedermi di cambiare atteggiamento con Miss stronza!»

«Hai ragione. Ma ce l'hai ancora con lui per quello che è accaduto?»

«Preferisco non parlarne, ok?»

«Sì, ok, rispetto la tua decisione, ma posso darti un consiglio?» Intanto siamo arrivate ai nostri alloggi. Piccole casette di pietra affiancate, davvero deliziose. Resto affascinata nel fissarle, fino a che la mia amica non mi riscuote. «Kelsey?»

«Sì, dimmi.»

«Cerca di goderti questi mesi, non pensare più al passato, ok?»

«Sì, hai perfettamente ragione, basta rimuginare.»

Non devo più preoccuparti di quello che è accaduto in passato, d'altronde, la colpa non è stata solo di mio fratello se ho avuto a che fare con un tipo come Zack. Devo smetterla di provare risentimento verso di loro e andare avanti.